Intervista al prof. Mantovani, Presidente della CRUIPRO (9 novembre 2016)

(ANS – Roma) – “Un’attestazione di stima per l’intera Università Salesiana”. Così commenta il prof. Mauro Mantovani SDB, Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana di Roma (UPS), la sua recente elezione a Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Pontificie Romane (CRUPR), avvenuta il 24 ottobre scorso. Nel suo mandato, di durata triennale, don Mantovani sarà coadiuvato dalla Vicepresidente, prof.ssa Mary Melone, Rettore della Pontificia Università Antonianum, e dal Segretario Generale, il prof. Andrzej Wodka, Preside dell’Accademia Alfonsiana..

di Gian Francesco Romano

Prof. Mantovani, cosa comporta quest’incarico?

Il Presidente, insieme con il Vicepresidente e il Segretario Generale, coordina le attività di questa Conferenza; cioè, in primis, promuove la collaborazione tra le Università Pontificie Romane e le rappresenta agli incontri delle associazioni internazionali delle Università, presso i Dicasteri vaticani, lo Stato Italiano, l’Unione Europea… In particolar modo collabora stabilmente con la Congregazione per l’Educazione Cattolica e con l’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle istituzioni accademiche universitarie.

Quale può essere il contributo specifico di un Salesiano in tale ruolo?

Noi abbiamo come tema cruciale della nostra università proprio l’educazione, l’attenzione al mondo dei giovani. Penso che in questo senso potremo offrire un contributo particolare alla riflessione sulla formazione, l’identità, i compiti dell’università in relazione ai giovani. In un momento, peraltro, in cui la realtà giovanile torna ad essere approfondita, dalla Chiesa, che al tema dei giovani dedica il prossimo Sinodo dei Vescovi, e dalla società tutta, con una nuova attenzione all’emergenza educativa.

Quali saranno le sfide principali da affrontare alla guida della CRUPR?

Certamente c’è la promozione dell’offerta formativa specifica delle università pontificie: coltivare il “nuovo umanesimo” che richiede un profondo dialogo delle discipline, da quelle teologiche alle scienze umane e sociali. Si tratta di veicolare il contributo culturale che le università pontificie possono offrire.

Un altro tema da seguire con interesse riguarda anche il riconoscimento dei titoli pontifici in diversi paesi, compresa l’Italia.

Senza tralasciare l’opera di cooperazione tra le università, soprattutto nell’ottica del perseguimento da parte di ciascuna istituzione delle proprie finalità specifiche. In pratica, lavorare per raggiungere un’offerta formativa sempre più coordinata, nella quale ogni università pontificia offre alle altre, alla Chiesa, al mondo della cultura e all’intera società ciò che le è più caratteristico, magari, ove possibile, evitando ridondanze e favorendo invece collaborazioni integrate e approfondimenti nella ricerca.