Papa Leone XIV agli universitari: “Educare è rialzare l’altro”

Lunedì 27 ottobre, nella Basilica di San Pietro, gremita di studenti e docenti delle università pontificie romane, papa Leone XIV ha presieduto la Santa Messa di inaugurazione del nuovo anno accademico 2025-2026, segnando al tempo stesso l’avvio del Giubileo del Mondo Educativo, promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione (27 ottobre – 1 novembre 2025). Alla celebrazione ha partecipato una rappresentanza significativa della CRUIPRO, insieme a numerosi professori e studenti provenienti dalle istituzioni pontificie di Roma.

Nell’omelia, il Santo Padre ha aperto la sua riflessione richiamando il senso del pellegrinaggio giubilare: «La vita è viva solo se è in cammino, solo se sa compiere dei passaggi».
Come la Chiesa, ha spiegato, anche ogni credente è chiamato a “passare” continuamente – dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita – lasciandosi guidare da Cristo senza la tentazione di “sorpassarlo”.

Rivolgendosi in modo particolare agli studenti e ai docenti, papa Leone XIV ha invitato a coltivare “la grazia di uno sguardo d’insieme”, capace di andare oltre l’orizzonte ristretto del proprio io: «Quando l’essere umano è incapace di vedere al di là di sé stesso, rimane prigioniero delle proprie convinzioni».
Lo studio, ha aggiunto, deve diventare occasione per “rialzare lo sguardo”, proprio come la donna curva guarita da Gesù nel Vangelo: un atto di guarigione interiore che restituisce libertà, speranza e capacità di discernimento.

Nel cuore dell’omelia, il Pontefice ha voluto sottolineare che l’educazione è un gesto profondamente evangelico:

«Educare – ha detto il Papa – somiglia al miracolo raccontato dal Vangelo, perché il gesto di chi educa è rialzare l’altro, rimetterlo in piedi come Gesù fa con la donna curva. Le Università Pontificie devono continuare questo gesto di Gesù. È un vero atto d’amore, perché c’è una carità che passa attraverso l’alfabeto dello studio, della conoscenza, della ricerca sincera della verità».

Un passaggio centrale che il Papa ha collegato direttamente alla missione educativa della Chiesa: nutrire la fame di verità e di senso come forma autentica di carità cristiana.
Il Pontefice ha poi ricordato figure come Agostino, Tommaso, Teresa d’Avila, Edith Stein e don Bosco, esempi di sapienza integrale che hanno saputo unire ricerca, vita e fede.

Papa Leone XIV ha poi richiamato il valore della ricerca accademica come vocazione comunitaria: «Siamo diventati esperti di dettagli, ma incapaci di una visione d’insieme. La teologia, la filosofia e le scienze ci aiutano invece a ritrovare uno sguardo unitario sulla realtà, capace di abbracciare tutto».
Lo studio, ha ribadito, non deve ridursi a un “esercizio astratto”, ma deve trasformarsi in vita vissuta, esperienza di fede e testimonianza.

Concludendo l’omelia, il Papa ha augurato che l’esperienza universitaria diventi per ciascuno un cammino di risurrezione e di speranza:

«Chiedo al Signore che il vostro percorso accademico vi renda donne e uomini mai curvi su voi stessi, ma sempre in piedi, capaci di portare ovunque la gioia del Vangelo».

E affidando gli studenti e i docenti alla Vergine Maria, Sede della Sapienza, Leone XIV ha invocato su di loro la grazia di uno sguardo nuovo, capace di unire fede, ragione e amore educativo.